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Onde d’urto

Onde d’urto – Overview (immagine tratta da www.sitod.it/terapia/linee-guida)

La terapia con onde d’urto è chiamata anche ESWT (dall’inglese: Extracorporeal Shock Wave Terapy) ed è una terapia fisica non invasiva efficace su particolari tipi di patologie. L’applicazione di questa terapia comporta tempi relativamente modesti ed è utilizzata maggiormente per il trattamento delle patologie a carico sia dei tessuti molli della componente ossea.

Nota storica

Nel 1991 viene presentata la prima apparecchiatura per il trattamento con onde d’urto, e da allora si è registrato un rapido sviluppo della “Extracorporeal ShockWave Therapy (E.S.W.T.)” utilizzata anche in altri ambiti terapeutici: dapprima nelle calcificazioni intramuscolari, e successivamente nelle patologie inserzionali tendinee.

Dalla sperimentazione si è passati recentemente all’utilizzo pratico di questa metodica sfruttando le potenzialità specifiche degli effetti delle onde d’urto:

  • a livello del passaggio osteo-tendineo,
  • a livello delle calcificazioni intramuscolari,
  • a livello delle discontinuità ossee nelle patologie di mancato attecchimento dei monconi ossei.

Applicazioni cliniche

L’applicazione clinica si è rivelata interessante nella patologia muscolo-scheletrica in tre specifici ambiti di intervento:

  • il ripristino dei processi di riparazione ossea dove venga riscontrato un ritardo di consolidazione od una evidente pseudo-artrosi; queste situazioni sono relativamente frequenti nelle fratture di tibia o di femore, nelle fratture ulnari e soprattutto a carico dello scafoide carpale.
  • nel caso di esiti fibrotici e/o calcifici delle lesioni muscolari, come strappi e lesioni da schiacciamento o da taglio; in tutte quelle situazioni in cui si verifica un versamento è facile la formazione di raccolte ematiche intramuscolari, che si possono riorganizzare in un residuo cicatriziale e/o calcifico di difficile trattamento. Queste evoluzioni patologiche possono verificarsi anche in caso di interventi chirurgici ed in particolare di re-interventi.
  • nelle patologie tendinee o nelle patologie da sovraccarico, in particolare nelle tendinopatie croniche resistenti ad altre terapie; per esempio nelle classiche epicondiliti (gomito del tennista), nelle sofferenze del tendine d’achille, nella tendinopatia calcifica di spalla, nelle fasciti plantari associate o meno a spina calcaneale.

Situazioni di controindicazione

La terapia ad onde d’urto ha delle nette controindicazioni nel caso di infezioni ossee, sulle cartilagini di accrescimento e in patologie che riguardino la coagulazione. Inoltre vi sono delle controindicazioni relative come nel caso di tumori ossei, gravidanza e pazienti portatori di pace-maker. Altra controindicazione relativa è rappresentata da infiltrazioni recenti di cortisone, poiché queste possono alterare la risposta dei tessuti e ridurre significativamente l’effetto biologico della terapia ad onde d’urto.

Particolare attenzione deve essere posta ai possibili effetti indesiderati sui tessuti nervosi e vascolari, che possono venire danneggiati dal trattamento stesso. La terapia ad onde d’urto non deve essere quindi utilizzata a livello della colonna vertebrale, del cranio e del torace.